Roio, Chiesa dei SS. Marciano e Nicandro e il suo camposanto: tra antiche tradizioni e realtà
Posted by Antonio Giampaoli | 2011-10-22 | Commenti: 0 | Letto 2170 volte
CHIESA DI SAN MARCIANO 1
caduti, si entra nel camposanto. In silenzio, e con la dovuta discrezione, si osservano le tombe su cui si avvicendano i nomi, le scritte, alcune in latino, e le immagini dei nostri compaesani deceduti. Le foto, quelle più in là negli anni, in bianco e nero, hanno i tratti poco definiti. Alcuni cognomi si ripetono costantemente accanto a figure sacre, stemmi, volti di ogni età, qualche volta nascosti dietro sbiaditi fiori finti, che scorrono davanti ai nostri occhi come fedeli testimoni di tante piccole storie. Ancora sono visibili le lapidi rovinate dalla furia della terra, le bare, all’interno delle cappelle, quasi espulse dalla loro sede naturale. I rami delle piante e la vegetazione, cresciuti in virtù dell’incuria in cui versa questo luogo sacro, quasi nascondono i sepolcri più antichi, celati dentro i sacelli di pietra corrosi dal tempo, posti ai margini del cimitero, in attesa che i crisantemi e i lumini tornino a ornare per qualche giorno questo luogo inviolabile. A giugno, gli alpini del gruppo Ana di Roio e alcuni residenti hanno contribuito a ripulire il camposanto. Intanto, il Commissario Chiodi ha firmato il decreto n.78 (“Programma di interventi aree cimiteriali”) affinché gli enti competenti possano provvedere a una più sostanziosa manutenzione e al ripristino delle strutture danneggiate. Prepariamoci, dunque, come tradizione vuole, ad accogliere e a onorare degnamente i nostri cari estinti che proprio il 2 novembre tornano a farci visita vagando tra i nostri borghi offesi. Le parrocchie dell’altopiano e il culto fideistico dei defunti, associato alle residue leggende pagane locali e anglosassoni, sono inequivocabilmente le radici degli odierni paesi e le basi su cui si fonda la nostra identità.
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