IL TEMPIETTO DI SANT’EUSANIO DI FILETTO, STORIA – RESTAURO – DENUNCE E ABBANDONO
Posted by Antonio Giampaoli | 2021-08-03 | Commenti: 0 | Letto 1050 volte
LA NOSTRA STORIA
IL TEMPIETTO DI SANT’EUSANIO DI FILETTO (AQ).
Storia – Restauro – Denunce e Abbandono
- di Giovanni Altobelli -
"Il Tempietto di S. Eusanio di Filetto “AQ” a metri 1402 s.l.m. (Dal restauro del 1994 di 25 anni fa alle grandi mangiate di pennette all’arrabbiata con arrosto di castrato, passeggiate nei posti più belli del paese: dalla chiesa vecchia, fonte vecchia, grotte rupestri, San Crisante fino a raggiungere il tempietto di Sant’Eusanio). Oggi è tutto abbandonato per l’indifferenza di molti cittadini, per la mancanza di valorizzazione e preservazione storico ambientale anche da parte del Comune dell’Aquila “Ripartizione Ambiente” e dell’Ente Parco, nonché della Curia che dovrebbe curare e mantenere il proprio patrimonio. Oggi viene precluso ogni godimento globale dell’insediamento a causa dello stato dei luoghi in cui verte l’ambiente circostante".
Fra le pendici di Monte Ruzza e la Piana di Fugno, sopra una piccola collinetta si trova la chiesetta di “Sant’Eusanio”. Gli antichi filettesi, fin dalla sua costruzione della fine del 1500, la chiamavano “Sandusanio”. La località su cui sorge la chiesa costituiva un punto di valico della transumanza, dove veniva pagato il passaggio delle pecore in transito da: “Capo La Forca e il Tempietto”, verso la direzione Barisciano-Navelli e le Puglie. Annesso alla chiesa venne costruito un piccolo ricovero tipo: “Grangia” per deposito alimentare e per l’utilizzo dell’ordine cistercense nella vita monastica. Il sito nel passato è stato luogo di culto e di preghiera. Venivano benedetti gli animali il 13 giugno di ogni anno prima di salire negli alti pascoli della montagna di Filetto e Campo Imperatore. Veniva celebrata Messa a giugno all’inizio della falciatura. Alla fine dell’800 inizio 900, dopo la prima guerra mondiale l’intero sito si presentava in uno stato di totale abbandono. Prevaleva la miseria e la chiesetta fu utilizzata da privati cittadini a ricovero bestiame. Nel periodo quando c’erano ancora tante pecore, alcuni allevatori filettesi l’8.12.1964, proposero al parroco Don Demetrio Gianfrancesco di inviare una lettera di richiesta alla Curia dell’Aquila per l’acquisto della chiesetta per il prezzo di lire 20.000= per utilizzo per ripararsi da eventuali temporali. La richiesta non andò in porto per un continuo mormorio degli abitanti di Filetto in quanto doveva rimanere un semplice luogo di tradizioni e di culto. Nonostante ciò continuarono a rimetterci la paglia, poiché parte del soffitto era quasi crollato. Dopo il restauro della “Madonnella” del 1993 nella località: “Fonte Vecchia” sec IV, Don Demetrio espresse a molti “bravi” cittadini di Filetto di allora che per Lui era un sogno poter far restaurare il Tempietto di S. Eusanio per l’anno successivo, prima di lasciare l’ordine sacerdotale. Venticinque anni fa, il restauro del Tempietto di Sant’Eusanio. L’anno 1994 dietro l’input del parroco Don Demetrio Gianfrancesco e tanti cittadini filettesi in massa con l’organizzazione del Circolo Ricreativo Culturale di Filetto, dopo una raccolta di fondi pari a lire 1.500.000= e 300.000 mila lire proveniente dal fondo cassa parrocchiale. Il mese di luglio e agosto iniziarono i lavori di ristrutturazione del Tempietto. In quattro settimane, parteciparono gratuitamente: (42 filettesi pari a 86 giornate lavorative). Il Tempietto venne riportato come nell’antico splendore del passato. Il 18 agosto 1994 furono ultimati quasi i lavori necessari e il 27 agosto venne celebrata la S. Messa da Don Demetrio e Don Domenico Marcocci. Rimaneva soltanto l’anno successivo 1995 di mettere in opera sul tetto semicircolare i conci e pietre squadrate poiché la parte superiore era stata realizzata in calcestruzzo e ferro. In quell’occasione fu posta una grande croce sulla parte superiore della chiesa, proveniente dal cimitero di Filetto. La chiesetta in passato è stata sempre meta di sosta e di preghiera. Anche il Papa Giovanni Paolo II transitò per quattro ore fra Monte Cristo e la zona di Filetto nelle vicinanze della chiesetta di Sant’Eusanio il 4 aprile 1995 come riferito dal giornale: “Il Centro”. In quella occasione di inaugurazione con tanta gente intervenne anche lo storico e giornalista di Paganica Giovanni Fiordigigli, che fece un’ampia ricostruzione storica del passato del tempietto di S. Eusanio di Filetto. Qui di seguito riportata:
“Una breve storiografia di Sant’Eusanio Martire”- “Santo Itinerante”. Sant’Eusanio martire fu un cristiano del III sec. d.c., martirizzato a Furci (Ch). Fu perseguitato dal tiranno Prisco e subì il martirio presso Aveia vicino l’attuale Fossa intorno all’anno 300 sotto l’imperatore Romano Diocleziano, il suo corpo fu sepolto in località: “Cinque Ville” (nella vallata forconese) presso la chiesa di S. Maria delle Monache dove il 12 maggio 1748 dal Vescovo di L’Aquila, Mons. Giuseppe Coppola, furono ritrovate le reliquie del Santo. Le chiese dedicate al Santo sono: (S. Eusanio del Sangro, Caramanico, Popoli, Carbonara, Civitaquana, Montesecco, Corvara, Sant’Eusanio Forconese, Sant’Eusanio di Barete e la chiesetta di Sant’Eusanio di Filetto sorta con la religiosità del passato e la vita pastorale). Alla fine della rievocazione storica e conclusiva Giovanni Fiordigigli disse: “Al volonteroso e orgoglioso popolo di Filetto per l’anno 1995 un nuovo impegno: la sistemazione dei ruderi intorno la chiesa vecchia di S. Giovanni Battista chiamata anche chiesa della Madonna del Buon Consiglio. Come recita un documento che il 26 di aprile di ogni anno si faceva la festa della madonna del Buon Consiglio e anche la processione ora scomparsa.” Questo suggerimento non fu raccolto e i ruderi della chiesa vecchia anche dopo il terremoto del 2009 sono arrivati ai minimi termini.
Le arrostate dopo il restauro del 1994.
Sempre in quel giorno del 27 agosto 1994, il Circolo di Filetto nella sua prima esperienza organizzò una grande arrostata con la partecipazione di tanta gente e fu fatto un incasso pari a lire 1.404.000= con una spesa di lire 1.250.000=ci fu vicino la chiesetta un po’ di confusione per i posti a sedere, ma la gente rimase contenta fino alla sera. Gli anni successivi nella prima quindicina di agosto nella chiesetta si celebrava la S. Messa e venivano organizzate grandi arrostate. Alcuni anni si raggiunse la partecipazione di 250 persone, venivano anche da fuori. Il ricavato gestito dal Circolo veniva con la massima trasparenza reinvestito per le piccole opere del paese e del patrimonio della chiesa. L’anno 1995 fu fatta una denuncia agli enti preposti per abuso edilizio del restauro di Sant’Eusanio. Un fantomatico avvocato di Roma, dichiaratosi ambientalista fece una denuncia per scempio ambientale e per lavori di restauro eseguiti senza autorizzazione da mani inesperte. Premesso che la chiesetta di Sant’Eusanio rovinata alla parte superiore del tetto semicircolare da quasi un secolo, nessun ente preposto negli ultimi tempi si era presa la briga di prendere iniziativa per il restauro. Gli abitanti di Filetto in quell’occasione furono: “bravi” a restaurare il tempietto perché era parte integrante della storia umana e dei loro antenati che la eressero a suo tempo. Tanto baccano allora fece il fantomatico avvocato ma si concluse con una semplice sanatoria.
Le vecchie tradizioni vanno scomparendo…
Concludo questo mio racconto… Per una quindicina di anni le cose andavano bene in paese, soprattutto l’estate quando ritornavano gli emigranti e paesani sparsi in diversi posti d’Italia. Man mano che sono venute le nuove generazioni e la popolazione è diminuita le cose sono cambiate. Prima c’era il vecchio parroco Don Demetrio Gianfrancesco che sapeva tenere unita la popolazione, sapeva mantenere bene il patrimonio della parrocchia e tenere bene i bilanci annui. Per quando riguarda la parrocchia e tutto l’andamento generale il parroco colombiano Don Jhon Jairo Sepulveda dovrebbe essere aiutato. La maggior parte degli anziani soffre per la disgregazione sociale del paese. Se fossimo uniti anche con poca popolazione il paese tornerebbe a risorgere.
Una carrellata di foto d’epoca della collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli con
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