ROIO: LA SCAMPAGNATA DI PASQUETTA ALLE PORTE DELLA CITTA'
Posted by Antonio Giampaoli | 2012-04-10 | Commenti: 0 | Letto 1750 volte
La ricorrenza del lunedì di Pasqua a Roio è notoriamente conosciuta come la “festa degli aquilani”. Tradizione vuole che i cittadini del capoluogo abruzzese organizzino questa giornata nel vicino paese del Poggio. La processione, con la banda, partiva da L’Aquila e, salendo su per la via Mariana, giungeva sul vado soprastante, incastonato tra il colle di Monteluco e quello di San Lorenzo. La chiesa con l’effige dalla Madonna salutava la nutrita folla che si riversava festosa tra le “banchette” dei rivenditori di noccioline e lupini in attesa della funzione religiosa celebrata dal Vescovo. Dopo la messa, i gitanti si infilavano nelle cantine del paese per acquistare la tipica bocaletta di vino e le bottigliette di gazzosa chiuse con un estroso tappo dalla forma tondeggiante. Poi, con il cesto ricolmo di vivande, le famiglie si dirigevano verso i mandorleti posti appresso alla canonica, altri s’incamminavano lungo la stradina delle Macchie e si accampavano nella zona chiamata le Cesi (per godere dell’ombra degli alberi di noce), altri ancora occupavano gli slarghi limitrofi, in prossimità dell’abitato, onorando in questo modo la tradizionale scampagnata. Il legame tra Roio e L’Aquila è notoriamente sorto, come per gli altri paesi del circondario, d'altronde, con la nascita della città medesima, e si è ulteriormente consolidato attraverso la plurisecolare venerazione della Vergine Maria che in quel di Roio affonda le radici nel Cinquecento, proprio nel periodo delle dispute fideistiche tra cattolici e protestanti. In tale contesto religioso trovano una loro collocazione le grandi famiglie armentarie aquilane che in quegli anni erano impegnate nella diatriba, questa volta tutta economica, sull’aggiudicazione degli ubertosi pascoli del Tavoliere, in concorrenza con altri paesi limitrofi dalla forte tradizione pastorale. Roio si inserisce in questa lotta beneficiando di questo splendido dono: il sacro simulacro della Madonna e del bambino. Infatti, saranno proprio le famiglie aquilane le prime devote di questa sacra effigie, alla quale si rivolgeranno, poi, per chiedere soccorso in caso di calamità. Un legame, quello con gli aquilani, che ha dunque remote origini, e che oggi, in verità, andrebbe rinvigorito, anche in virtù della presenza di molti concittadini del capoluogo che vivono negli alloggi postsismici ubicati nel nostro altopiano. I dati espressi da un’indagine dello scorso settembre rendono noto che tra gli abitanti del progetto C.A.S.E. di Roio 2 c’è una percentuale più alta della media di coloro che hanno manifestato il desiderio di non voler rimanere a vivere a lungo in queste abitazioni. Aldilà di una naturale ed evidente manifesta volontà delle famiglie di ritornare nelle proprie abitazioni, il sondaggio evidenzia una certa insofferenza degli inquilini ad ambientarsi nella nostra conca, e la carenza di servizi, nonostante le migliorie degli ultimi tempi, non è certo un buon deterrente.
di Fulgenzio Ciccozzi
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