Assergi Racconta..."Un Drone sul Borgo di Assergi"

Digitando su Google il termine “drone”, sul display compare un risultato che indica quasi 80.000.000 di risultati, vale a dire siti web che parlano direttamente o indirettamente di questo oggetto. In termini informatici può dire poco o nulla, ma in chiave di fenomeno sociale ed economico, un ranking così alto nel motore di ricerca più potente del mondo significa che ormai la parola drone è entrata a far parte del vivere quotidiano di qualche miliardo di persone nel mondo.


Ma cosa significa drone?
Se lo chiediamo ad un ragazzo sotto i vent’anni, cioè appartenente alla cosiddetta generazione dei “nativi digitali”, egli potrà risponderci definendo i droni come dei giocattoli tecnologici telecomandabili tramite smartphone che possono volare effettuando traiettorie ed acrobazie da poter subito magari condividere sui vari social network. Se lo chiediamo ad un “signore” dell’era analogica, dunque più avanti con l’età, egli potrà certamente ricordare qualche notizia sui TG nella quale si riportava nella cronaca di guerra di macchine definite come Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto – SAPR utilizzate dagli eserciti NATO nelle missioni dipeace keeping di Iraq ed Afghanistan. Infatti, tali droni ad uso militare sono stati utilizzati, e purtroppo lo sono anche in questi giorni, per compiere missioni ad alto rischio per l’uomo, nelle quali la macchina comandata senza equipaggio può compiere missioni per ricognizioni, rilevamenti, conferimento di materiali, scorte e viveri. Se lo chiediamo alla generazione di “virziana coniazione dei 1000 euro”, i ragazzi tra i 30 ed i 45 anni, per essi droni può assumere tutti i significati sopra menzionati, ma certamente per alcuni può significare anche un’opportunità di lavoro, seppur sempre precario, per poter finalmente affermarsi dopo tantissimi anni sui libri e magari permettersi pure di costruirsi una famiglia.
Per molti giovani professionisti, come ingegneri, fisici, biologi, tecnici dell’ambiente, fotografi e film-makers, sapere pilotare un drone può significare attribuire alla propria professione un vantaggio in più. I droni sono infatti oggetti volanti che sono caratterizzati da un’altissima stabilità, precisione, flessibilità e modularità. Ad essi possono essere applicati strumenti ed apparecchiature utili ad effettuare misurazioni, analisi, fotografie e video e proprio per questo, con unica limitazione della massima massa trasportabile (esattamente come negli aerei e negli elicotteri), sono oggi utilizzati nel campo dell’ingegneria civile, per effettuare rilievi aerei per aerofotogrammetria, scansioni per rilevazioni energetiche di edifici o terreni, misurazioni nel campo della fisica dell’atmosfera, oppure per video e foto ad alta definizione, sia per uso professionale che per scopi hobbistici.
Ma in questi due ultimi anni i droni si stanno diffondendo sempre di più nelle discipline afferenti alla sicurezza e protezione civile. Infatti, diversi soggetti ed enti operanti Digitando su Google il termine “drone”, sul display compare un risultato che indica quasi 80.000.000 di risultati, vale a dire siti web che parlano direttamente o indirettamente di questo oggetto. In termini informatici può dire poco o nulla, ma in chiave di fenomeno sociale ed economico, un ranking così alto nel motore di ricerca più potente del mondo significa che ormai la parola drone è entrata a far parte del vivere quotidiano di qualche miliardo di persone nel mondo.
Ma cosa significa drone?
Se lo chiediamo ad un ragazzo sotto i vent’anni, cioè appartenente alla cosiddetta generazione dei “nativi digitali”, egli potrà risponderci definendo i droni come dei giocattoli tecnologici telecomandabili tramite smartphone che possono volare effettuando traiettorie ed acrobazie da poter subito magari condividere sui vari social network. Se lo chiediamo ad un “signore” dell’era analogica, dunque più avanti con l’età, egli potrà certamente ricordare qualche notizia sui TG nella quale si riportava nella cronaca di guerra di macchine definite come Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto – SAPR utilizzate dagli eserciti NATO nelle missioni dipeace keeping di Iraq ed Afghanistan. Infatti, tali droni ad uso militare sono stati utilizzati, e purtroppo lo sono anche in questi giorni, per compiere missioni ad alto rischio per l’uomo, nelle quali la macchina comandata senza equipaggio può compiere missioni per ricognizioni, rilevamenti, conferimento di materiali, scorte e viveri. Se lo chiediamo alla generazione di “virziana coniazione dei 1000 euro”, i ragazzi tra i 30 ed i 45 anni, per essi droni può assumere tutti i significati sopra menzionati, ma certamente per alcuni può significare anche un’opportunità di lavoro, seppur sempre precario, per poter finalmente affermarsi dopo tantissimi anni sui libri e magari permettersi pure di costruirsi una famiglia.
Per molti giovani professionisti, come ingegneri, fisici, biologi, tecnici dell’ambiente, fotografi e film-makers, sapere pilotare un drone può significare attribuire alla propria professione un vantaggio in più. I droni sono infatti oggetti volanti che sono caratterizzati da un’altissima stabilità, precisione, flessibilità e modularità. Ad essi possono essere applicati strumenti ed apparecchiature utili ad effettuare misurazioni, analisi, fotografie e video e proprio per questo, con unica limitazione della massima massa trasportabile (esattamente come negli aerei e negli elicotteri), sono oggi utilizzati nel campo dell’ingegneria civile, per effettuare rilievi aerei per aerofotogrammetria, scansioni per rilevazioni energetiche di edifici o terreni, misurazioni nel campo della fisica dell’atmosfera, oppure per video e foto ad alta definizione, sia per uso professionale che per scopi hobbistici.
Ma in questi due ultimi anni i droni si stanno diffondendo sempre di più nelle discipline afferenti alla sicurezza e protezione civile. Infatti, diversi soggetti ed enti operanti

- di Marco Tobia -



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